Ascoltando “Where” dei Fvnerals, riguardando i “Funerali della Vergine” di Taddeo di Bartolo e i “Funerali della Beata Panacea” di Giovanni de Campo, in un venerdì di novembre accolgo Padovani nella schiera degli eccellenti.

Modena 1972. Autodidatta, artefice di un’affascinante pittura primaria, ossia non derivante da fotografie e nemmeno da bozzetti, qualcosa che ha dunque la forza di sorgere dal nulla della tela bianca, ha esposto alla Galleria Estense di Modena, alla Casa dell’Ariosto a Ferrara, ai Musei Civici di Bassano del Grappa, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, e in due Biennali: nel 2011 alla Biennale di Venezia (Padiglione Italia) e nel 2016 alla Biennale del Disegno di Rimini. E’ presente nelle collezioni del Macs, il museo d’arte contemporanea di Catania, e del Museo Bilotti Ruggi d’Aragona, a Rende (Cosenza). Vive a Modena.

Camillo Langone

“Nel solco della grande pittura fiamminga del Quattrocento – Hugo van der Goes, Petrus Christus, Hieronymus Bosch e la Brueghel family al completo – in un confronto serrato con gli antichi senza dimenticare le istanze del contemporaneo, vuoi per la scelta compositiva delle tele, vuoi per i rimandi iconologici, vuoi per la volontà di sedimentare attraverso la forma il contenuto, spesso un contenuto profond0” .  –  Angelo Crespi –

 

Rif.:

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